Il formato aperto ODF (Open Document Format – ISO/IEC 26300) è già stato oggetto di scelta sia a livello regionale, italiano e anche internazionale come dimostrano i recenti avvenimenti.
In particolare di seguito alcuni esempi delle amministrazioni che lo hanno scelto:
- in regione Emilia-Romagna: Regione Emilia-Romagna, Comune e Provincia di Bologna, Comune e Provincia di Reggio Emilia, Comune di Piacenza, Comune di Modena, ARPA Emilia-Romagna
- a livello italiano: la Regione Umbria (progetto LibreUmbria), Provincia di Perugia, Provincia Autonoma di Trento, Comune di Rovereto, E.O. Ospedali Galliera di Genova, Comune di Bari, Azienda ULSS 6 Vicenza
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a livello internazionale:
- il 22 luglio 2014 il governo del Regno Unito ha sancito che ODF è il formato ufficiale per lo scambio documentale in modifica interno e tra pubblica amministrazione verso imprese e cittadini: “The default format for saving government documents must be Open Document Format (ODF). Information should be shared in ODF version 1.2 (or later).”
- ad inizio maggio 2015 la Francia ha iniziato lo stesso percorso del Regno Unito per l'adozione di ODF come formato ufficiale.
La stessa Microsoft a valle della decisione del Regno Unito ha introdotto il supporto a ODF 1.2 in Office 365 e Google ha ripreso lo sviluppo di ODF all'interno di Google Docs.
La diffusione che sta avendo il supporto a ODF, anche all'interno delle suite proprietarie, fa sperare in uno scenario futuro ove l'interoperabilità acquisita grazie al formato standard tra le diverse suite OpenSource e proprietarie permetta realmente di svincolare la scelta del software dal formato stesso, rendendola una mera scelta tecnologica rispetto alle funzionalità presenti o di opportunità economica dovuta ai costi di adozione, ma non più influenzata dal lock-in dovuto al formato.
Dimostrando così la veridicità e anche la fattibilità di quanto ormai da anni si predica.